Non abbiamo che un pianeta, e non è il nostro. Limiti planetari e possibilita ermeneutiche

Abstract

Fino a poco tempo fa, il pianeta non rappresentava un contesto rilevante per collocare le nostre vite materiali e sociali, istituzioni o prodotti culturali, perché le sue variazioni sembravano impercettibili su una scala spazio-temporale umanamente significativa. Oggi, invece, la presa in conto dell'intreccio sistemico tra mondi umani e storia planetaria è necessaria per una piena comprensione della condizione umana contemporanea. L'articolo si interroga sugli effetti dell'estensione delle nostre abituali forme di contestualizzazione sullo studio della letteratura, cercando di capire, attraverso alcuni esempi tratti dalla letteratura italiana e mondiale, in che modo la questione dei "limiti planetari" possa entrare in una relazione produttiva con le pratiche ermeneutiche.

Until recently, the planet was not considered a significant context for situating our material and social lives, institutions, or cultural products, as its variations appeared imperceptible within a humanly meaningful space-time scale. Today, however, acknowledging the systemic entanglement of human worlds and planetary history has become essential to fully understanding the contemporary human condition. This article examines the implications of expanding traditional forms of contextualization for literary studies, exploring, through examples from Italian and world literature, how the concept of "planetary limits" can engage productively with hermeneutical practices